Galatea
Un ringraziamento particolare alla nostra carissima amica Claudia Muscolino, "mamma umana" della nostra bellissima Galatea, che con il suo racconto ha arricchito il nostro sito.
Galatea e il Drago una fiaba di Claudia Muscolino
Il grande drago azzurro dormiva sui monti più alti di Kolyma, immersi nelle nebbie perenni. Era nato in una grande caverna scavata dal tempo lungo le pendici del vulcano. Sua madre veniva da molto lontano, dalle terre alate della Mongolia e lui era stato il prescelto, il protettore dei sovrani illuminati delle città di neve. Ormai era molto vecchio, vecchio perfino tra quelle creature longeve che erano i draghi, ai quali - se veniva risparmiata una morte violenta - potevano vivere per migliaia di anni.
I sovrani da lui protetti nel corso dei secoli erano tutti scomparsi, nuove città erano nate, i castelli rimasti abbandonati: strane guerre avevano ucciso persone innocenti ed eserciti avevano marciato in quelle lande lontane che il drago sorvegliava silenziosamente dall'alto. Gli uomini erano diventati nemici dei draghi. Il suo compito su questa terra gli sembrava concluso. Quell'anno, poi, la preziosa e breve primavera era in ritardo e la neve insisteva compatta. Nelle profondità del sogno, il drago Qing volava e volava fino al monastero al confine della foresta che - quando lui era giovane - era abitata dalle sacerdotesse della Grande Dea. Nel sogno gli apparve un bellissimo gatto: aveva il pelo tigrato e lungo, un portamento fiero e uno sguardo preoccupato. Gli parlò. " Grande drago, tu non mi riconosci ma io sono stato tuo amico quando ero un ricco sovrano di queste terre, tanto tempo fa. Ora sono tornato in questi luoghi, sotto queste spoglie. Sono il principe Katov e sono qui a chiedere il tuo aiuto per la mia compagna, la principessa Lisaveta, e i nostri piccoli. " Qing si svegliò di soprassalto, facendo tremare i fianchi della montagna. Il sogno era straordinariamente reale. Si ricordava bene di Katov, era stato un grande e saggio principe, oltre che un suo buon amico. Era morto molto in là con gli anni, amato dal suo popolo e dai suoi numerosi figli e nipoti. E ora era diventato un gatto! Sicuramente era stata la volontà degli Dei. Ma . . . come aiutarlo? Nel sogno aveva visto il monastero dove vivevano gli uomini vestiti di grigio. Forse la sua compagna e i piccoli erano lì vicino. Decise di fare un volo di perlustrazione da quelle parti e così lasciò la caverna, i monti e cominciò a volare. Volò per molte miglia fino al convento circondato dalla neve. Il silenzio avvolgeva tutto, in giro non c'era nessuno. Qing continuò a volare in cerchio, immerso nella nebbia per non farsi scoprire, poi deviò leggermente verso il torrente ghiacciato che nasceva sull'altopiano per andare a morire nel lago. Un rumore quasi impercettibile arrivò alle orecchie del drago azzurro. Non poteva sbagliarsi: si trattava di un miagolio. Scrutava la neve con impazienza, finché non scorse una piccolissima macchia, proprio vicino agli argini del ruscello.
Un gattino bianco e nero era intrappolato in un cespuglio di rovi, aveva le punte delle zampine bianche che si confondevano con la neve. Qing capì che doveva trattarsi di uno dei figli di Katov, ma la sua mole gli impediva di avvicinarsi troppo alla creatura. Cosa poteva fare? Non vedeva altri piccoli e neanche la compagna del principe. Decise di correre il rischio di farsi scoprire e, con uno sbuffo dalle narici, carbonizzò in un attimo gli alberi intorno e riuscì ad atterrare senza problemi. Com'era piccolo quel gattino! Lo guardava con gli occhi spalancati e, per la paura, aveva smesso di piangere. Il vecchio drago parlò al gattino con la voce del pensiero, cercando di tranquillizzarlo. " Ciao piccolo: non aver paura di me. Sono stato un amico di tuo padre, un tempo. Lui mi ha chiamato per aiutare te, i tuoi fratellini e la tua mamma. Rimani fermo, così potrò liberarti da questi pruni e non ti farai male. " " Grazie grande drago. Io sono la principessa Galatea e sono riuscita a scappare dagli uomini cattivi che cercavano di ucciderci. Il mio papà è stato fatto prigioniero perché è molto bravo a cacciare i topi. Ma i miei fratellini e io siamo stati chiusi in un sacco con la mamma e solo io sono riuscita a non farmi prendere e a scappare. Ho tanta paura! " " Rimani lì, ti libero io piccola principessa! " Qing riuscì a liberare la piccina grazie a una sua enorme unghia. Galatea era bellissima: un musino perfetto, bellissimi occhi gialli con le pupille tonde e una gorgiera bianca che avrebbe fatto invidia a tutte le principesse del mondo! Si sedette sulla zampa gigantesca del suo salvatore e cominciò a fare le fusa anche se era preoccupata. " Dobbiamo salvare subito la mamma e i miei fratellini! Sono stati portati vicino al fosso. Dobbiamo fare presto! " Il grande drago nascose la gattina nel cavo di un albero e si accinse a cercare gli altri, ma Galatea non era d'accordo. " Voglio venire con te! " " Non puoi principessa: è troppo pericoloso. Potresti cadere e farti male. " " Ti prego grande drago, voglio aiutarti a trovare i miei fratellini! Non ho paura di cadere! " Qing si commosse davanti al coraggio e alla volontà di quella meraviglia della natura e fece in modo di assicurarla dentro uno dei suoi grandi orecchi e spiccò il volò con molta attenzione. " Ecco grande drago! Laggiù! " urlò con tutta la sua voce sottile la piccola Galatea. Lui si accorse che, su un ponte di pietra, uno degli uomini grigi faceva roteare un sacco per gettarlo in un fossato. Prima che l'uomo potesse accorgersi di quanto stava per accadere, Qing lo gettò a terra facendolo precipitare tra i rovi e raccolse al volo il sacco. " Evviva! Ce l'abbiamo fatta! " miagolò piena di gioia Galatea. Qing poggiò la piccola in una radura e aprì con delicatezza il sacchetto: cinque gattini si guardarono intorno impauriti e una bellissima gatta tigrata alzò lo sguardo verso il drago. " Grazie grande drago! Grazie per aver salvato la mia vita e quella dei miei piccoli! " " Non ringraziare solo me: ringrazia tua figlia, la coraggiosa Galatea degna erede del principe Katov! " Galatea emozionata corse verso la mamma che l'abbracciò e la ricoprì di baci. " Perdonatemi, ma devo tornare al monastero a salvare il principe! " Così dicendo, il drago fece un piccolo inchino e ripartì. Tutti i monaci erano usciti, richiamati dalle grida del loro fratello gettato nel fosso. Quando si accorsero del drago sopra le loro teste, cominciarono a correre in tutte le direzioni e a urlare. Qing lanciò una grande fiamma dalla bocca per spaventarli ulteriormente: non voleva far loro del male, desiderava solo liberare Katov. Nel frastuono generale, con il suo udito finissimo, udì un miagolio rabbioso e cercò di localizzarne la provenienza. Poi vide gli occhi verdi e furiosi del principe attraverso una grata e non esitò un attimo a scardinare l'inferriata. Katov saltò fuori con un balzo e i due vecchi amici si trovarono di nuovo insieme dopo tanto tempo.
" La tua compagna e i tuoi piccoli sono al sicuro, principe! " " Mio caro amico ti ringrazio per aver ascoltato il mio appello. Sapevo che avrei potuto contare su di te! Ti prego, portami da loro! " " Immediatamente! " rispose Qing facendo salire il bellissimo gatto sulla sua schiena. Si allontanarono in fretta da quel luogo triste e, dopo poco, erano insieme al resto della principesca famiglia felina. Lisaveta e i piccoli accolsero con gioia Katov e il grande drago. Poi, Galatea si avvicinò a Qing. " Vorrei abbracciarti, ma sei così . . . . così grande per me! " il drago ebbe voglia di sorridere davanti a quella minuscola bellezza. " Bé . . possiamo provarci Galatea. Sali su una mia zampa! " La gattina si avvicinò con un'espressione curiosa disegnata sul musetto e si arrampicò fino al possente collo del drago, allargò le zampine bianche e morbide sulle squame ruvide del suo protettore alato, appoggiò la sua testolina nera e, in pochi istanti, si addormentò tranquilla. Katov e Lisaveta guradarono Qing e gli sorrisero: il vecchio drago sentiva battere il cuoricino giovane e coraggioso della principessina. Finalmente, si sentiva di nuovo parte del mondo.